La gioia è esplosa allo stadio di Torino mercoledì 29 ottobre 2025. Dopo 40 giorni senza vittorie, otto partite senza un punto, Juventus ha finalmente vinto. 3-1 contro l'Udinese Calcio S.p.A., con un rigore di Kenan Yildiz nei minuti di recupero. Non era solo un punto in più. Era un respiro. Una liberazione. Per i tifosi, per la società, per il calcio italiano intero.
Il crollo e la scelta radicale
Igor Tudor, ex difensore croato, allenatore di Juventus dal 13 giugno 2024, è stato licenziato lunedì 27 ottobre, dopo tre sconfitte consecutive: 0-1 a Napoli, 1-2 contro l’AC Milan, e un altro 0-1 in casa contro il Bologna FC 1909. Zero vittorie in otto partite. Un record negativo che non si vedeva dal 2010-2011, quando i bianconeri rimasero senza vincere per nove partite. La dirigenza, guidata dal presidente Giovanni Cobolli Gigli, ha agito con fermezza. E ha pagato caro: 5,2 milioni di euro per rescindere il contratto di Tudor, che scadeva nel 2026. Un costo pesante, ma necessario per fermare il declino.
Il giorno della svolta: Brambilla, Yildiz e la magia del rigore
Al posto di Tudor è salito in panchina Massimo Brambilla, assistente da anni, chiamato a guidare una sola partita. Un’interim di pura transizione. Eppure, quel giorno, il suo approccio tranquillo ha funzionato. La squadra ha giocato con libertà, con rabbia, con un’urgenza che mancava da mesi. E poi c’è stato Kenan Yildiz. Il trentaduesimo minuto: gol di Vlahović. Il sessantaseiesimo: pareggio di Pobega per l’Udinese. Il novantesimo+3: rigore assegnato dopo un fallo in area. Yildiz, vent’anni, nato a Monaco, numero 18, si avvicina. Lo guarda. Lo trasforma. Il pubblico urla. È il suo terzo goal in campionato, il primo da settembre. Un simbolo: la nuova generazione che salva la vecchia gloria.
Spalletti: il ritorno dell’uomo che ha vinto a Napoli
Ma la vera storia non è quella di Brambilla, né di Yildiz. È quella di Luciano Spalletti. L’allenatore di Certaldo, 66 anni, già campione d’Italia con il SSC Napoli nel 2022-2023, è già pronto. I giornali lo danno per certo da martedì. La società vuole che firmi entro venerdì 31 ottobre, per guidare la prossima partita, sabato 2 novembre contro un avversario ancora da definire. Spalletti ha un’esperienza unica: sa gestire le grandi pressioni, sa far giocare le squadre con intelligenza, sa far tornare la fiducia. E Juventus ne ha bisogno più di ogni altra cosa.
La classifica ribaltata: Roma e Napoli al vertice
La vittoria di Juventus non ha solo salvato la reputazione della squadra. Ha cambiato la classifica. Mentre i bianconeri salivano dal 11° al 7° posto con 15 punti, AS Roma e SSC Napoli hanno vinto le loro partite e si sono riappiccicati in testa. Tutti e due a 28 punti. Il campionato si è riacceso. La corsa allo scudetto non è più solo una lotta tra Napoli e Inter. Ora c’è anche Roma. E se Spalletti riuscirà a riportare Juventus tra le prime quattro, il calcio italiano avrà una nuova dinamica. Una che non si vedeva da anni.
Cosa succede ora? Il calendario e le regole
La Lega Serie A impone alle squadre di nominare un allenatore permanente entro 14 giorni dall’assunzione di un sostituto temporaneo. Brambilla ha il certificato UEFA Pro, ma può restare solo per due partite. Juventus non aspetterà fino all’11 novembre. L’annuncio ufficiale di Spalletti è atteso entro il 1° novembre. Intanto, la squadra ha già iniziato i preparativi: sessioni di allenamento con il nuovo tecnico, incontri con i giocatori chiave, revisione dei sistemi di gioco. Il prossimo match sarà una prova di fuoco: non solo contro l’avversario, ma contro la storia. Perché tornare a vincere è una cosa. Rimettere insieme una squadra che si è smarrita è un’altra.
Il peso della storia: quando Juventus perse la testa
La sconfitta di oggi non è solo un episodio. È un segnale di un disagio più profondo. Juventus, che ha vinto nove titoli consecutivi tra il 2012 e il 2020, sembra aver perso la bussola. Negli ultimi tre anni, ha avuto sei allenatori diversi. Nessuno ha trovato un equilibrio. Tudor era l’ultimo tentativo di un modello obsoleto: difesa rigida, attacco limitato, paura di giocare. Spalletti rappresenta l’opposto: attacco fluido, pressing alto, gioco di movimento. È un cambiamento culturale. E forse, finalmente, quello di cui la Juve ha bisogno.
Frequently Asked Questions
Perché Igor Tudor è stato licenziato dopo solo quattro mesi?
Tudor non ha vinto nessuna delle ultime otto partite di Serie A, accumulando cinque pareggi e tre sconfitte. Le ultime tre, contro Napoli, Milan e Bologna, hanno dimostrato una mancanza totale di reattività tattica. La dirigenza ha valutato che il club non poteva permettersi di continuare in una spirale negativa, soprattutto con la concorrenza che si avvicinava in classifica.
Quanto ha guadagnato Kenan Yildiz con il rigore contro l’Udinese?
Non è stato rivelato alcun bonus specifico per quel gol, ma Yildiz ha segnato solo tre reti in 12 partite questa stagione, e il suo primo goal da settembre ha avuto un valore psicologico enorme. La sua prestazione ha rafforzato la sua posizione come futuro pilastro dell’attacco juventino, con un contratto che scade nel 2027 e un’opzione di rinnovo.
Perché Spalletti è la scelta giusta per la Juventus?
Spalletti ha vinto lo scudetto con Napoli nel 2022-2023, dimostrando di saper gestire pressione e attese. Ha un’esperienza diretta con i grandi club italiani, sa parlare con i giocatori stellari e ha un sistema di gioco moderno, basato su movimenti e transizioni. È l’antitesi di Tudor: non cerca di non perdere, ma di vincere.
Quale impatto ha la vittoria contro l’Udinese sulla corsa allo scudetto?
Non ha cambiato la vetta, ma ha rimesso in gioco la Juventus. Con 15 punti, è tornata a 13 punti da Napoli e Roma, e a 10 dall’Inter. Se Spalletti riuscirà a costruire coesione, la Juve potrebbe entrare nella top 4 entro dicembre. La sfida non è più solo vincere, ma tornare a essere un contender reale.
Cosa succede se Spalletti fallisce?
Se la Juve non migliora entro gennaio, la dirigenza potrebbe cercare un allenatore con più esperienza europea, come Ancelotti o Allegri, entrambi disponibili. Ma il rischio è alto: un altro fallimento potrebbe portare a una crisi di identità, con la proprietà che valuta un cambio di strategia, forse persino la vendita di giocatori chiave per ridurre il debito.